Preti pedofili:Il Papa si sveglia!

Pubblicato il da Ferdy

Preti Pedofili

Premessa:

Su questa tematica relativa “ai preti pedofili” ci siamo già occupati su questo sito nella categoria “religione” a cui rinviamo il lettore per approfondimenti e per i video. Per coloro i quali volessero approfondire ulteriormente questi aspetti ho postato alcuni articoli che possono aiutare il lettore a farsi un’idea su questa sconcertante vicenda di cui, purtroppo, la Chiesa è coinvolta.

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Dal Corriere.it, si riporta:

 cappellini-vaticano.jpg«Crimini odiosi, scriverò una lettera ai fedeli» Pedofilia in Irlanda, rabbia e vergogna del Papa: «Responsabili pagheranno» Vertice in Vaticano sul «rapporto Murphy» che ha svelato abusi da parte di sacerdoti e tentativi di insabbiamento

ROMA – Rabbia e vergogna. Benedetto XVI sceglie parole forti per rivolgersi ai vertici della Chiesa irlandese, convocata in Vaticano sul «rapporto Murphy», un documento che prova come per decenni siano stati perpetrati abusi su bambini da parte di esponenti del clero in Irlanda e come questi siano stati passati sotto silenzio da parte dei responsabili ecclesiastici che avrebbero dovuto denunciare e tutelare. Il Papa ha parlato di «crimini odiosi» e ha promesso che tutti i responsabili pagheranno. Ha quindi annunciato che scriverà una lettera ai cattolici irlandesi.

RESPONSABILITÀ DELLA CURA PASTORALE – «La Santa Sede prende molto sul serio le questioni sollevate dal “rapporto Murphy”, incluse quelle che concernono i pastori delle Chiese locali che hanno in ultima istanza la responsabilità della cura pastorale dei bambini» si legge nel comunicato emesso della sala stampa vaticana. Un testo, precisa padre Lombardi, che «il Pontefice ha letto e approvato». Benedetto XVI, aggiunge Lombardi, «intende indirizzare una lettera pastorale ai fedeli dell’Irlanda nella quale darà chiare indicazioni circa le iniziative che saranno prese per rispondere alla situazione. In tal modo il Papa intende dare delle indicazioni concrete e non solo esprimere il rammarico, per dare una risposta a una situazione drammatica. Inoltre, data l’urgenza del problema, pure se non esiste ancora una data per la pubblicazione del documento, i tempi non saranno lunghi». Il Papa, viene spiegato, è «sconvolto e angosciato, condivide la rabbia, il senso di tradimento e la vergogna provate da così tanti fedeli cattolici irlandesi» e la Chiesa continuerà a seguire questa «grave questione con la massima attenzione». All’incontro hanno preso parte il primate della chiesa irlandese, il cardinale Sean Brady, l’arcivescovo di Dublino mons. Diarmuid Matin e alcuni alti esponenti della Curia vaticana: il prefetto della congregazione per il clero, card. Claudio Hummes, il prefetto della congregazione per i vescovi, card. Giovanni Battista Re, il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, card. William Levada.

LE SCUSE DEI VESCOVI IRLANDESI – Tre giorni fa era stato il Nunzio apostolico in Irlanda, Giuseppe Leanza, a scusarsi per «eventuali errori» commessi dalla Santa Sede: «Noi condanniamo questi atti ma se dovesse emergere che un qualunque errore è stato commesso da parte nostra presentiamo le nostre scuse» ha detto al termine di un incontro con il ministro degli esteri irlandese Michael Martin. Secondo il rapporto, la Chiesa cattolica irlandese avrebbe cercato di coprire una serie di abusi sessuali su minori commessi da sacerdoti e il ministro Martin aveva detto di essere rimasto deluso dal «silenzio» del Vaticano. Il giorno successivo il sinodo dei vescovi irlandesi ha chiesto pubblicamente scusa, anche per il tentato insabbiamento dello scandalo messo in atto dai vertici ecclesiastici a Dublino: «Noi vescovi chiediamo scusa a coloro che hanno subito gli abusi dei sacerdoti quando erano piccoli, ai loro familiari e a tutti coloro che, giustamente, se ne sono scandalizzati. Siamo scioccati non solo per la portata degli abusi così come vengono riferiti in un rapporto, ci sentiamo anche coperti di vergogna di fronte ai tentativi di insabbiamento messi in atto dall’arcivescovado di Dublino».

IL RAPPORTO RYAN – Il rapporto della Child Abuse Commission è stato redatto al termine di una vasta indagine sugli istituti gestiti da religiosi, in cui sono state intervistate migliaia di vittime di abusi. Vengono raccontati fatti di un arco di tempo di circa 50 anni, dal 1930 agli anni ‘80. Sono raccolte le testimonianza di circa 2.500 vittime e prese in esame oltre cento istituzioni gestite da religiosi. In particolare, nelle istituzioni pubbliche per soli ragazzi gestite da ordini religiosi cattolici, le violenze erano «endemiche», secondo quanto dichiarato dal giudice che ha coordinato il rapporto, Sean Ryan. La commissione fu creata nel 2000 dal premier Bertie Ahern dopo che un documentario tv fece emergere la lunga storia delle violenze sui minori nelle istituzioni gestite da ordini religiosi. Si parla di pestaggi, violenze sessuali di ogni genere, umiliazioni, copertura e protezione reciproche da parte dei responsabili delle violenze.11 dicembre 2009

POLITICA E TV LE POLEMICHE

Video su Chiesa e pedofilia Rai, scoppia il caso Santoro Il giornalista vuole mandare in onda l’ inchiesta della Bbc La Cei: spazzatura. Da viale Mazzini non c’è ancora il sì

ROMA – «Sex crimes and Vatican», cioè «Crimini sessuali e Vaticano», è un’ inchiesta tv di 39 minuti. Michele Santoro vuole acquistarla per costruirci attorno una puntata di «Annozero», ma i vertici Rai per ora non lo hanno autorizzato. Avvenire, il quotidiano dei vescovi, ieri in prima pagina definiva il documentario roba «da bidone della spazzatura». Insomma, prima che qualcuno decida di metterlo in onda la Chiesa avverte che quel lavoro è una vergogna e lo scontro sarebbe durissimo. Nel maremoto che già regna in Rai nessuno finora ha preso posizione. Né Marano, direttore di Rai2, secondo il quale Santoro non dipende da lui, né Di Bella, direttore del Tg3, che è responsabile di «Annozero» solo per la par condicio pre-elettorale. Tutto, quindi, nelle mani del direttore generale Cappon. Far trasmettere il filmato significa incidente grave con il Vaticano, vietare l’ acquisto vuol dire mandare Santoro in trincea: il giornalista potrebbe denunciare la censura in diretta. Terze vie non si intravedono, il caso è pronto. Il tema terribile di cui parliamo è la pedofilia violenta di alcuni preti in Irlanda, negli Usa, in Brasile. In «Sex crimes» la Chiesa cattolica viene accusata di aver voluto coprire i suoi ministri di culto colpevoli di abusi sessuali su minori. In particolare, l’ ex cardinale Ratzinger, oggi Benedetto XVI, viene accusato di aver avallato questa politica di copertura e segretezza e di aver accentrato in Vaticano ogni indagine. Il video non è nuovo e porta un marchio prestigioso, Bbc, che lo ha trasmesso nell’ ottobre 2006. Ora, nella scia dei contrasti laici-cattolici, quelli di «Bispensiero», portale siciliano degli amici di Beppe Grillo, hanno deciso di sottotitolare «Sex crimes» e di caricarlo – inizi di questo mese – su Video Google. Risultato: è da giorni il filmato più visto in quel sito. I trentanove minuti ricordano più lo stile Michael Moore, aggressivo e con una tesi da dimostrare, piuttosto che la equidistanza del giornalismo anglosassone. Il conduttore è Colm O’ Gorman, vittima delle violenze di un sacerdote irlandese nel 2002. Gorman si sposta negli Usa per padre O’ Grady, che al processo confessò di aver violentato trenta bambini e bambine e poi in Brasile e in California con altre vicende di preti e abusi sessuali. Ma il cuore bruciante del documentario riguarda la «Crimen sollicitationis», documento del 1962, con il quale – secondo la Bbc – il Vaticano stabiliva «come mettere a tacere le accuse di abusi sessuali», «obbligava vittime, preti e testimoni alla segretezza assoluta, pena la scomunica». Ed ecco il punto: «Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, impose per 20 anni l’ applicazione del “Crimen”» ed emanò un seguito, secondo il quale «ogni accusa andava vagliata esclusivamente in Vaticano». Il documentario si conclude così: «Il Vaticano non ha risposto alle richieste di interviste». Avvenire ribatte: «Ognuno si consola come vuole dinanzi alla vitalità cattolica documentata sabato scorso in piazza San Giovanni». Poi cominciano le correzioni: «”Crimen sollicitationis” è un’ istruzione emanata dal Sant’ Uffizio nel 1962 e in quel tempo Ratzinger era ancora teologo impegnato in Germania… Il documento era atto a istruire i casi canonici e portare allo stato laicale i presbiteri coinvolti in nefandezze pedofile… obbligava chiunque fosse a conoscenza di un uso del confessionale per abusi sessuali a denunciare il tutto, pena la scomunica… Ratzinger, diventato più tardi prefetto della Congregazione, firma una Lettera ai Vescovi dove si prevede che il delitto commesso da un chierico contro un minore di diciotto anni, sia di competenza diretta della Congregazione stessa. Segno della volontà di dare il massimo rilievo a certi reati». Dunque: «I calunniatori dovrebbero chinare il capo e chiedere scusa». Michele Santoro, invece, vorrebbe partire da «Sex crimes» per discutere, con clamore. La sua struttura ha contattato la Bbc ed esiste già un prezzo del video, attorno ai ventimila euro. Come avvenne per il «Codice da Vinci», parlare di questo video non fa che aumentare la curiosità. Storica o morbosa. * * * «Un’ infame calunnia via Internet rivolta alla Chiesa e in particolare al Papa» scrive Avvenire del video sui preti cattolici e abusi sessuali trasmesso dalla Bbc nel 2006: «Un pot-pourri di affermazioni e pseudotestimonianze apertamente sconfessate a suo tempo dalla Cei, la quale invitò l’ augusta Bbc a vergognarsi».

Il quotidiano della Cei: fango sul Vaticano dopo il successo del Family Day Avvenire: «Infame calunnia a Chiesa e Papa» Editoriale sulla video-inchiesta sui preti pedofili trasmessa dalla Bbc nel 2006 e ripresa ora da un blog con sottotitoli in italiano

CITTÀ DEL VATICANO – Una «infame calunnia via Internet» ai danni «della Chiesa e di Ratzinger». Con queste parole, in un editoriale, il quotidiano Avvenire si scaglia oggi contro la diffusione da parte del blog Bispensiero, con sottotitoli in italiano, del documentario su preti cattolici e abusi sessuali mandato in onda dalla Bbc nel 2006. Il giornale dei vescovi italiani contesta su tutta la linea il contenuto del video, «un pot-pourri di affermazioni e pseudo-testimonianze – così lo definisce – che furono apertamente sconfessate a suo tempo dalla Conferenza episcopale inglese».

RATZINGER E IL CRIMEN – E in particolare rigetta «l’accusa rivolta a Joseph Ratzinger di essere stato niente meno che il responsabile massimo della copertura di crimini pedofili commessi da sacerdoti in varie parti del globo, in quanto “garante” per 20 anni – da quando fu nominato prefetto vaticano – del testo “Crimen sollicitationis”, che è un’istruzione emanata in realtà dal Sant’Uffizio il 16 marzo 1962». Secondo Avvenire, «quel documento veniva presentato dalla Bbc come un marchingegno furbesco, escogitato dal Vaticano per coprire reati di pedofilia, quando invece si trattava di un’importante istruzione atta ad “istruire” i casi canonici e portare alla riduzione allo stato laicale i presbiteri coinvolti in nefandezze pedofile». «Insomma – ribadisce il quotidiano della Cei -, un insieme di norme rigorose, che nulla aveva a che fare con la volontà di insabbiare potenziali scandali». E che il testo «Crimen Sollicitationis» non fosse pensato per tale fine – aggiunge ancora l’editorialista del quotidiano della Cei – «lo dimostrava un paragrafo, il quindicesimo, che obbligava chiunque fosse a conoscenza di un uso del confessionale per abusi sessuali a denunciare il tutto, pena la scomunica. Misura che semmai dà l’idea della serietà del documento e di coloro che lo formularono, se si pensa che in base alla legge italiana il privato cittadino (tale è anche il vescovo e chi è investito di autorità ecclesiastica) è tenuto a denunciare solo i crimini contro l’autorità dello Stato, per i quali infatti è prevista la pena dell’ergastolo». 19 maggio 2007

Dal sito “anonimo italiano” si riporta:

Tra le varie risposte al famoso Sex crimes and the Vatican, il video in cui vengono discussi i casi di crimini a sfondo sessuale nei confronti di minori da parte di prelati e di come la Chiesa insabbiasse queste sozzure, mi sono imbattuto nell’articolo del buon Andrea Galli il quale, comicità involontaria a parte, mi fa riflettere e mi inquieta, a cominciare dal titolo: “Infame calunnia via Internet”. Non ti sembra un po’ sopra i toni?

Così stupisce solo in parte che dinanzi alla vitalità cattolica documentata sabato scorso in Piazza San Giovanni, ci sia chi trovi benefico sfogo a rovistare nel bidone della spazzatura alla ricerca di qualche lisca di pesce o di qualche uovo in decomposizione.

La BBC un bidone della spazzatura?

Andrea, pensi che l’Avvenire, il giornale in cui scrivi, proponga un giornalismo migliore della BBC?

Un po’ di umiltà a un cristiano si addice, e spiace dirtelo, ma la BBC è globalmente riconosciuta come esempio di buon giornalismo, mentre sul fogliaccio in cui scrivi ci sarebbe molto da discutere, a cominciare dalla provenienza del danaro dell’editore.

Si tratta di un pot-pourri di affermazioni e pseudo-testimonianze che furono apertamente sconfessate a suo tempo dalla Conferenza episcopale inglese, la quale invitò l’augusta Bbc a “vergognarsi per lo standard giornalistico usato nell’attaccare senza motivo Benedetto XVI”.

Definisci “pseudo-testimonianze” (false testimonianze) cio che viene detto da un Pubblico Ministero americano (repubblicano), di un prete sotto giuramento sulla bibbia durante un processo, di vittime accertate di pedofili condannati e come accerti la falsità di tutto ciò? Citando la Conferenza Episcopale Inglese!

… geniale, un genio …

Non volevo usare l’ironia, davvero, non volevo, ma qui non riesco a trattenermi: se scrivi queste cose mi fai un assist!

-Non è stato Pierino!

-E chi te lo ha detto?

-Pierino!

Il pezzo forte del servizio infatti consisteva (e ancora consiste) nell’accusa rivolta a Joseph Ratzinger di essere stato niente meno che il responsabile massimo della copertura di crimini pedofili commessi da sacerdoti in varie parti del globo, in quanto “garante” per 20 anni – da quando fu nominato prefetto vaticano – del testo Crimen sollicitationis, che è un’istruzione emanata in realtà dal Sant’Uffizio il 16 marzo 1962. Da notare la data: nel 1962 infatti Joseph Ratzinger non era certo prefetto della futura Congregazione per la dottrina della fede, essendo in quel tempo ancora teologo molto impegnato nella sua Germania.

Non e’ Giorgio Napolitano il “garante” della costituzione, pur essendo egli stato eletto a questo ruolo solo l’anno scorso?

Credo che tu stia tentando di insinuare nelle menti del lettore l’idea che Ratzinger non abbia avuto nulla a che fare con questo documento, confermando così il confronto che feci pocanzi tra la BBC e L’Avvenire. Riporto in inglese e traduco in italiano i passaggi del documentario in cui se ne parla, per fare un po’ di chiarezza dove hai rimestato le acque.

KENYON: Aidan didn’t know it, but an oath of silence was part of the secret church decree called ‘crimen sollicitationis’ (crime of solicitation). The directive was written in 1962, and Catholic bishops worldwide are ordered to keep it locked away in the church safe. It instructs them on how to deal with priests who solicit sex from the confessional. But it also deals with any obscene external acts with youths of either sex. Child abuse. Originally written in Latin it imposes the strictest oath of secrecy on the child victim, the priest dealing with the allegation, and any witnesses. Breaking that oath means instant banishment from the Catholic Church – excommunication.

KENYON: The procedure was intended to protect a priests reputation until the church had investigated. But in practice it can offer a blueprint for cover-ups. The man in charge of enforcing it for 20 years was Cardinal Joseph Ratzinger, the man made Pope last year. In 2001 he created the successor to the decree. In spirit it was the same, overarching secrecy with a threat of excommunication. He sent a copy to every Bishop in the world. But now he ordered that the Vatican must have what it calls ‘exclusive competence’. In other words, all child abuse allegations must go exclusively to Rome

KENYON: Aidan non lo sapeva, il documento ecclesiastico segreto chiamato “crimen sollicitationis” comprendeva un voto del silenzio. La direttiva venne redatta nel 1962 e si ordinò ai vescovi Cattolici di tutto il mondo di mantenerla sotto chiave nella cassaforte della chiesa. Il documento li istruiva su come comportarsi nei casi di preti che avessero sollecitato atti sessuali all’interno del confessionale. Ma tratta anche di atti osceni, esterni al confessionale, nei confronti di giovani di entrambi i sessi. Abuso sui bambini. Scritto originariamente in latino, impone il più severo voto di segretezza alla piccola vittima, al prete coinvolto nell’accusa a a ogni testimone. Rompere il voto vuol dire allontanamento istantaneo dalla Chiesa Cattolica – Scomunica

KENYON: La procedura sarebbe servita a proteggere la reputazione di un prete fintanto che la chiesa avesse investigato. Ma in pratica offre un piano di copertura. L’uomo in carica per farla rispettare fu il cardinale Joseph Ratzinger, per 20 anni, l’uomo che diventò Papa l’anno scorso. Nel 2001 egli creò il successore di questo decreto. Lo spirito era lo stesso: circoscrivere con il segreto attraverso la minaccia di scomunica. Inviò una copia a tutti i vescovi del mondo. Ma ora ordinò che il Vaticano abbia ciò che viene chiamato “competenza esclusiva”. In altri termini, un caso di abuso sessuale su minore deve essere trattato esclusivamente a Roma.

Come si evince dal trascritto, il documentario sostiene che Ratzinger era in carica per far rispettare il “Crimen Sollicitationis” e questo non espone nessuna incompatibilità con il fatto che egli, durante la redazione del documento, non fosse prefetto della Santa Inquisizione Sant’Uffizio Congregazione per la dottrina della fede.

Il resto del tuo articolo non scalfisce minimamente l’impianto accusatorio proposto della BBC, in quanto il fatto che Roma si avvocasse l’onere di fare giustizia e intendesse farlo nella totale segretezza, lascia ampi margini di dubbio su come la giustizia venisse o venga tuttora amministrata.

I calunniatori dovrebbero chinare il capo e chiedere scusa.

Tutti coloro i quali hanno offeso la dignità umana dovrebbero porre sentite scuse.

Ti porgo le mie, se il mio post ti ha offeso o turbato.

Ci sarebbero anche quelle migliaia di famiglie a cui chiedere scusa, le quali stanno ancora aspettando scuse e giustizia, e alle quali non credo potranno mai scusarsi abbastanza.

Ci sarebbero anche i tuoi lettori, ai quali hai propinato false verità, o, per lo meno, una verità estremamente di parte, e ai quali sei giunto persino a paragonare un icona del giornalismo mondiale alla spazzatura. Non le pretenderanno perchè probabilmente non sanno di essere stati danneggiati. Però io e te lo sappiamo, no?

Al vertice della piramide c’è il Grande Fratello. Egli è infallibile e potentissimo.

Il Grande Fratello è il modo in cui il Partito sceglie di mostrarsi al mondo. Ha la funzione di agire da catalizzatore dell’amore, della paura e della venerazione. Al di sotto del Grande Fratello c’è il Partito Interno, che comprende circa sei milioni di persone. E infine viene la massa silenziosa di coloro che abitualmente chiamiamo “prolet”. George Orwell ‘1984′

Traduzione di un articolo dell’ Observer, in cui si fa riferimento alla lettera del cardinale Ratzinger la quale estendeva il crimen sollicitationis.

L’Observer sembra avvallare le ipotesi della BBC presentate nel documentario “Sex crimes and the Vatican“.

Sono alla ricerca dell’intervista rilasciata dall’Arcivescovo Tarcisio Bertone per poterla pubblicare.

Il Papa ostruì un indagine su abusi sessuali

Una lettera di carattere confidenziale rivela che Ratzinger ordinò ai vescovi di mantenere segrete le accuse

Papa Benedetto XVI la scorsa notte venne esposto alle accuse di aver “ostacolato le indagini”, dopo che emerse il fatto che egli inviò un ordine in cui si assicura alle indagini della chiesa in tema di accuse di abusi sessuali, lo svolgimento in regime di segretezza.

L’ordine venne impartito attraverso una lettera, ottenuta dall’Observer, la quale venne inviata a ogni vescovo Cattolico nel Maggio del 2001.

Essa sosteneva il diritto della chiesa a svolgere le proprie indagini a porte chiuse e a mantenere confidenziali le prove fino a 10 anni dopo il raggiungimento dell’età adulta da parte della vittima. La lettera portava la firma del cardinale Joseph Ratzinger, che venne eletto successore di Giovanni Paolo II la scorsa settimana.

Gli avvocati che agivano in nome delle vittime di abuso sostengono che essa sia stata concepita allo scopo di evitare alle accuse di diventare pubbliche o di essere oggetto di indagine da parte dalla polizia. Accusano Ratzinger di aver commesso una “chiara ostruzione della giustizia“.

La lettera, “De Delictis Gravioribus” (riguardo ai peccati più gravi), venne inviata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, l’ufficio vaticano che una volta gestiva l’Inquisizione e che era controllato da Ratzinger.

Essa rendeva esplicita ai vescovi la posizione della chiesa in merito a numerose questioni che spaziavano dalla celebrazione dell’eucarestia con un non Cattolico agli abusi sessuali compiuti da un clerico “con un minore di 18 anni”. La lettera di Ratzinger dichiara che la chiesa può rivendicare la giurisdizione nei casi nei quali l’abuso viene “perpetrato con un minore da un clerico”.

La lettera afferma che la giurisdizione della chiesa “inizia ad aver luogo quando il minore abbia compiuto il diciottesimo anno di età” e si protrae per 10 anni.

Essa ordina che le “indagini preliminari” in merito a qualsiasi accusa di abuso debbano essere inviate all’ufficio di Ratzinger, il quale ha l’opzione di inoltrarle a tribunali privati, nei quali la “funzione di giudice, promotore di giustizia, notaio e legale rappresentante possono essere validamente assunte, in questi casi, solo da preti“.

“Casi di questo genere sono soggetti al segreto pontificio“, conclude la lettera di Ratzinger. Infrangere il segreto pontificio in un qualsiasi momento dei 10 anni in cui la giurisdizione ha effetto comporta sanzioni, compreso il pericolo di scomunica.

Alla lettera fanno riferimento documenti relativi ad una causa legale intentata precedentemente durante quest’ anno nei confronti di una chiesa in Texas e nei confronti di Ratzinger da due presunte vittime di abuso. Inviando la lettera, gli avvocati, agendo in nome delle presunte vittime, sostengono che il cardinale ha cospirato per intralciare la giustizia.

Daniel Shea, l’avvocato delle due presunte vittime, il quale ha scoperto la lettera, ha detto: “Parla da sola. Vi dovete chiedere: perche non fate iniziare la conta degli anni fino a quando il bambino non ha 18 anni? E’ un’ostruzione alla giustizia.”

Padre John Beal, professore di diritto canonico alla Catholic University of America (università cattolica d’America), rilasciò una deposizione giurata l’8 Aprile dell’anno scorso, nella quale ammise a Shea che la lettera estendeva la giurisdizione e il controllo da parte della chiesa ai crimini di violenza sessuale.

La lettera di Ratzinger era controfirmata dall’Arcivescovo Tarcisio Bertone, che rilasciò un’intervista due anni fa, nella quale lasciò intendere l’opposizione della chiesa a consentire ad agenzie esterne indagini in merito ad accuse di abusi.

“Secondo me, la richiesta che un vescovo sia obbligato a contattare la polizia per denunciare un prete che ha ammesso il crimine di pedofilia è priva di base“, ha detto Bertone.

Shea criticò l’ordine per il quale le accuse di abusi debbano essere investigate solo all’interno di tribunali segreti. “Stanno imponendo procedure e segretezza su questi casi. Se le autorità scoprono il caso, possono occuparsene. Ma non si può indagare un caso, se non lo hai mai scoperto. Se si riesce a mantenerlo segreto per 18 anni più 10 il prete ha il tempo di farla franca“, aggiunge Shea.

Un portavoce dell’ufficio stampa del Vaticano, una volta messo al corrente dei contenuti della lettera, si è rifiutato di commentare. “Questo non è un documento pubblico, perciò non vorremmo parlarne”

Jamie Doward, corrispondente in affari religiosi Domenica 24 Aprile, 2005 Traduzione di anonimo italiano

660.000.000 di dollari per evitare la sbarra

Fonte: anonimo italiano

Questa è la cifra che l’arcidiocesi di Los Angeles pagherà alle vittime di abusi sessuali commessi da preti pedofili. Una sola vera Chiesa … vero Ratzinger?

Diamo una veloce occhiata a ciò che ha fatto di bello l’unica chiesa che Cristo voleva:

• Arcidiocesi di Boston, 2003, $84.000.000 per 552 denunce. Ampio reportage, premio Pulitzer del Boston Globe

• Arcidiocesi di Louisville, 2003, $25.700.000 per 243 vittime.

• Diocesi di Orange, 2004, $100.000.000 per 90 denunce di abuso.

• Diocesi di Oakland, 2005, $56.000.000 a 56 persone.

• Diocesi di Tucson, 2005, acconsente alla costituzione di un fondo fiduciario di circa $22.000.000 a beneficio di più di 50 vittime per evitare la bancarotta.

• Diocesi di Sacramento, 2005, paga $35.000.000 a 33 persone.

• Diocesi di Covington, 2006, $84.000.000 per più di 350 persone.

• Arcidiocesi di Portland, 2007, acconsente al pagamento di più di $52.000.000 a 175

vittime per evitare la bancarotta. Mette da parte altri $20.000.000 per ogni futura denuncia: quando si parla di buoni propositi …

• Diocesi di Spokane, 2007, acconsente al pagamento di $48.000.000 per circa 150 denunce per evitare la bancarotta

Alla luce di queste cifre, strappate con i denti anche da una efficiente e attrezzata macchina giudiziaria americana in una società consapevole, in un paese in cui i giornalisti fanno il loro mestiere, cerco di immaginare quanti preti pedofili impuniti continuino a tastare il pisellino dei bambini sudamericani, africani, asiatici, europei e che non verranno MAI scoperti. Anche in Italia, di questo fenomeno, conosciamo solo la punta dell’iceberg.

Queste sono le opere caritatevoli alle quali vengono destinati i soldi dell’otto per mille che ci viene presentato attraverso stucchevoli, costose e martellanti pubblicità: evitare di far vedere un arcivescovo alla sbarra degli imputati a difendere 40 anni di pedofilia riscontrabili al di là di ogni ragionevole dubbio e coperti da segreto pontificio.

Come spiega Pino Nicotri, questi 30 danari che il vaticano intasca per tradire il messaggio cristiano, assieme a tutti i privilegi e le regalie che lo stato concede, valgono come una legge finanziaria.

Se è davvero questa la chiesa che il cristo indicò essere la sua, penso che se potesse vederla oggi, la rinnegherebbe immediatamente e spero che i cristiani facciano in fretta altrettanto.

Prendetevi cura del vostro otto per mille: se non firmate va al vaticano!

Con ogni mezzo invoco il potere di Dio sui media, in particolare sul Boston Globe

card. Bernard Francis Law

ex arcivescovo di Boston ai tempi dello scandalo e attualmente Cardinale e Arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore

Per ulteriori informazioni leggere il sito di anonimo italiano.org

NOSTRO COMMENTO: Dicono i latini: “factum infectum fieri nequit” In parole povere: quello che risulta per tabulas non si può negare. E con questo ho detto tutto!

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